Per alcuni atleti la pausa estiva coincide con la conclusione della stagione agonistica, è quindi giunta l’ora dell’ analisi dati. L’analisi ha il duplice scopo di fornire un feedback riguardo al lavoro pregresso e programmare efficacemente quello futuro. In questo articolo troviamo alcuni grafici che ci aiutano a capire quali sono state le modificazioni organiche indotte dall’allenamento e a quali risultati hanno portato. I dati che seguono sono rilevabili con misuratore di potenza utilizzato regolarmente.
- Il primo grafico (Training Stressor) rappresenta l’andamento dei parametri CTL (area blu) e ATL, rispettivamente due indici quantitativi del carico di allenamento cronico (medie mobili sui 42 giorni) e acuto (sui 7 giorni). Nella fase generale invernale il CTL è ridotto (non supera i 60 punti) per non togliere attenzioni all’ attività con pesi in palestra. Nel mese di Marzo troviamo un paio di eventi secondari utilizzati per alcune verifiche funzionali prima dell’inizio della stagione. Ad Aprile iniziano gli eventi con alta priorità che durano fino a Luglio (atleta che ha optato per stagione 1-peak). Da notare il CTL massimale (circa 90 punti) accoppiato a circa 50 ore di time moving (grafico seguente), questo significa efficienza dei lavori allenanti. Sommariamente: aumenta il carico e di conseguenza aumenta la FTP dunque l’allenamento sta funzionando e l’organismo risponde con un aumento di capacità prestativa.
- Il secondo grafico accompagna il primo e mostra il tempo mensile cumulato in sella, da notare che ad Aprile, essendo incrementata sensibilmente la FTP, la densità di carico è diminuita rispetto al mese precedente.
- Passiamo al tracker della Potenza aerobica ossia alla potenza media massima su intervalli di tempo di 5′ / 8′ / 10′ / 20′ / 30′. Per tutte queste grandezze il trend è costantemente in crescita (modulato da una congiunturale dovuta funzione delle settimane di recovery), questo significa che i lavori allenanti destinati ad incrementare la prestazione del sistema aerobico e anaerobico lattacido hanno dato i loro frutti. Vista la tipologia di gare che l’atleta ha deciso di affrontare la priorità di sviluppo è stata data ai sistemi energetici massivamente più utilizzati (dunque si è messo da parte il sistema anaerobico alattacido). Da questo trend è presumibile anche una conversione di quotaparte delle fibre muscolari con caratteristiche intermedie verso di fibre slow con conseguente incremento della forza in espressione di resistenza (e calo della forza rapida esplosiva). La riprova la si ha sovrapponendo il grafico della Potenza anaerobica (non pubblicato per evitare di confondere il lettore).
- Passiamo ai best stagionali di power profile e fatigue profile.
Il power profile mostra le caratteristiche dell’atleta riguardo alla potenza espressa per una determinata durata di tempo. Dalla tabella si evince che l’atleta in questione è un pessimo sprinter (scarso ranking per valori 5” o 1′) ma gode di un’eccellente potenza aerobica. Se affianchiamo alla tabella la curva pc (potenza-tempo) abbiamo al conferma di quanto detto infatti, nel campo di intensità Z6/Z7, la curva non è nemmeno stata esplorata poiché mostra una voragine frutto della mancanza di dati massimali (o frutto di dati massimali pessimi).
Il fatigue profile mostra la caratteristica di affaticamento di un atleta (fatica generalizzata dunque riferita sia all’apparato cardiocircolatorio sia localizzata muscolare). Nel caso di VO2max, l’affaticamento è poco marcato e la risposta organica è sostenuta, la performance rimane brillante. Aspetto esattamente opposto nel caso di soglia del lattato (Lactate). Incrociando questi campi abbiamo alcune caratteristiche di resistenza dell’atleta 1) buona capacità di smaltimento e riutilizzo dell’acido lattico 2) scarsa resistenza alla fatica di lungo termine. Successiva indagine con Bia Vector ha mostrato difficoltà nel mantenere un corretto equilibrio idrico a livello intra-cellulare ed extra-cellulare)
- Per concludere (e per diletto perchè siamo sempre curiosi di confrontarci) possiamo sovrapporre la curva pc dell’atleta a quelle in letteratura per farsi un’idea della collocazione di questo atleta rispetto alla prestazione media internazionale. Il confronto viene fatto in una fase di massima prestazione stagionale e conferma quanto detto in precedenza: atleta poco classificato per gli sprint ed in generale gli sforzi di breve durata, buon atleta per quanto riguarda la performance in sforzi di media durata (8-60′).
L’analisi appena illustrata vuole porsi ad un livello generale, non scende nel dettaglio dei regimi di pedalata, delle caratteristiche di espressione della forza e della correlazione con l’analisi corporea ma fornisce comunque una direzione precisa verso la quale lavorare. Per questo atleta saranno utili lavori di resistenza alla forza, best practice su tecniche di idratazione/recupero e stimoli anabolici in palestra (soggetto ectomorto con difficoltà ad acquisire massa magra) oltre a lavori orientati ad incrementare le scorte di glicogeno con il fine duplice fine di migliorare la quantità ma anche la qualità dell’energia erogata.